La storia di Marina e Tiziano

“Dal di fuori pensano che il malato debba fare solo il malato”

Lug 15, 2025 | Lontani da casa

Marina e Tiziano sono ospiti della Casa di Vimodrone dal 18 marzo. Il giorno dopo lei è entrata in ospedale e dopo circa 10 giorni è stata sottoposta al trapianto: la donatrice è stata la sorella “per fortuna compatibile al 100%” dice lei.

È uscita il 29 aprile, dopo 42 giorni “abbastanza tosti”.

Fuori, ad aspettarla, c’è sempre stato Tiziano, che ha vissuto a Casa AIL da solo, a parte un breve ritorno a casa di pochissimi giorni per un controllo medico, durante i quali non si è sentito nemmeno bene. Forse tutto questo stress, e anche la preoccupazione, l’attesa sono stati “troppo” anche per lui. In quei giorni la presenza accanto a Marina l’ha garantita una sorella.

La loro vita insieme nella Casa AIL di Vimodrone è fatta di piccoli passi avanti, di visite di controllo, di giorni lenti ma piacevoli, con la sensazione che la fine della malattia possa essere vicina: si percepisce la loro speranza, la voglia di vivere e di prendere la vita anche con un po’ di leggerezza, che è una risorsa meravigliosa dei romagnoli.

Marina e Tiziana sono di Rimini, sono di mezza età, sognano di tornare a casa ma senza nemmeno l’ansia, la fretta. “Perché si sta bene anche qui”.

La mia è una storia clinica un po’ travagliata, dice Marina.

Ad aprile 2024 ho fatto la protesi al ginocchio a Rimini. Guardando i valori del sangue i medici hanno visto che i globuli bianchi stavano salendo esageratamente e mi hanno prescritto una visita ematologica e ovviamente gli esami per vedere se c’era un tumore del sangue. Poi sono andata a Bologna per approfondimenti e lì mi hanno diagnosticato una forma di leucemia cronica.

I globuli bianchi intanto crescevano e hanno cominciato una chemioterapia. Mi si sono abbassate le difese immunitarie, mi è venuta la polmonite e un grosso herpes al labbro che non passava mai.

Dopo vari controlli si è scoperto che sotto c’era un carcinoma.

Marina in pochi mesi scopre di avere due tumori. La operano al labbro due volte, con una ricostruzione, e nel frattempo inizia l’iter per curare la leucemia: l’unica soluzione è il trapianto.

A Bologna sono bravi, dice, ma nel suo caso l’hanno mandata al San Raffaele: dopo le verifiche di compatibilità, e la programmazione del trapianto con la sorella, lei e Tiziano sono venuti a Milano. Non ci erano mai stati prima.

Abbiamo scoperto che esisteva Casa AIL di Vimodrone il 17 dicembre, quando eravamo in attesa in un ambulatorio, ho preso un volantino che raccontava il progetto.

Non sapevamo che ci fossero questi appartamenti che stavano ristrutturando: sono belli, grandi e ben forniti, c’è tutto. Poi Vimodrone è carino, c’è poco traffico, riusciamo ad arrivare sui Navigli a camminare in mezzo al verde. Io non ho chiamato subito perché ancora non sapevo quando sarei stata ricoverata. Poi quando è partita tutto ho detto a mio marito: “bisogna che ci organizziamo per capire dove andare a vivere”. Avevamo preso dei volantini che pubblicizzavano anche appartamenti privati… Quando ho saputo che mi avrebbero ricoverato il 19 marzo, ho chiamato AIL Milano e mi hanno chiesto di mandare la documentazione. Non ci speravo, non pensavo che ci avrebbero detto “c’è la casa per voi”: è veramente una cosa incredibile.

Marina ha usufruito anche del servizio di accompagnamento quando Tiziano era a casa e la sorella era a Milano senza auto. Oltre all’appartamento c’è ancora di più: se hai bisogno ti danno tutte le informazioni possibili, e non solo. Mio figlio, ad esempio, ha fatto degli ordini per noi su Amazon e un volontario si è offerto di farli arrivare direttamente a casa sua. Veramente sono delle persone importanti, dice ancora Marina, con gratitudine. Si percepisce che sentirsi accolti in questo modo ha un valore grande per chi sta affrontando una fase della vita così difficile.

A casa a Rimini hanno lasciato i figli ormai grandi e autonomi, le rispettive mamme, che sono anziane e vanno accudite anche loro, e un giardino, che Marina non potrà lavorare per un po’, sempre per ordine dei medici.

Sono in pensione entrambi, prima lei, come malata cronica e poi Tiziano, poco prima che Marina si ammalasse. “Se non fosse stato in pensione non so come avrei fatto” ammette Marina. Sono molto uniti, insieme si sentono forti contro la malattia, contro queste prove dure della vita.

Diciamo anche che da un anno, da aprile 2024, abbiamo accumulato tanta tensione. Lui non mi ha mai mollato un secondo, anche solo per fare le analisi era sempre con me, non mi ha mai lasciato una volta da sola.

Al contempo si sentono comunque protetti, rassicurati dai medici e dal personale attento e preparato dell’ospedale, dal fatto di vivere in questa casa a Vimodrone che vivono ormai un po’ come propria, e che ha proprio tutto quello che le persone come Marina hanno bisogno “Dopo il trapianto devi seguire dei protocolli molto rigidi, fare attenzione. Anche nella casa d’accoglienza mi sono domandata “ma ci sarà l’asciugatrice?” Perché tu i panni non li puoi far asciugare all’esterno.” Sì, ci sono lavatrici e asciugatrici per ciascun appartamento, proprio per questo motivo.

Tiziano ama la bicicletta, ma a Vimodrone non se la sente di andare in giro da solo, per paura che possa succedergli qualcosa e di non poter assistere Marina, lei invece ha una bella energia.

Mi ha telefonato mia cugina da Genova ieri e mi ha chiesto: “Ma cucina Tiziano? No, no, cucino io”, ho risposto. Magari dal di fuori pensano che un ammalato debba fare solo il malato. Magari hai dei giorni che ti senti un po’ più stanca. Comunque ti consigliano di non smettere di fare attività fisica e questa cosa ti aiuta per la ripresa, per il cuore, per i polmoni. Ti dicono non stare a letto perché a letto i polmoni non respirano. Io faccio quello che posso. Magari prima o poi anche una gita a vedere com’è Milano…

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