Il padre dell’ematologia italiana, volto umano della medicina. Tenace, con un sorriso inconfondibile e la capacità di trovare una parola per tutti i suoi pazienti. Una vita passata a combattere instancabilmente la leucemia e gli altri tumori del sangue. Così l’Ail, Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma, i suoi volontari, i pazienti, gli ematologi e i ricercatori ricordano a un anno dalla sua scomparsa (era il 15 luglio 2018) Franco Mandelli, che dell’Associazione è stato presidente. “Il professor Mandelli – evidenzia Sergio Amadori, presidente Ail – è stato e resterà sempre per tutti noi una guida illuminata, per me e per molti altri colleghi un maestro, per i malati una vivida speranza e per Ail un esempio di impegno sociale, vissuto ogni giorno con forza e grande coraggio”. Ail quest’anno celebra 50 anni di attività: a Mandelli si deve secondo quanto ricorda l’associazione non solo la crescita esponenziale, sapendo attrarre migliaia di volontari in tutta Italia (quasi 20.000 volontari e 81 sezioni provinciali dal Nord al Sud), ma anche l’aver compreso prima di altri, la necessità di porre al centro della cura e dell’assistenza il malato. E poi iniziative come le campagne nazionali di raccolta fondi per sostenere la ricerca scientifica, l’idea di creare un ponte tra ricerca e pratica clinica con la messa in rete di reparti di ematologia e laboratori, le case alloggio Ail e, non ultimo, la realizzazione di servizi per l’assistenza domiciliare ai pazienti.

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