Siamo un gruppo di amici che tre anni fa si sono incontrati per caso all’università. Ognuno di noi conosceva l’associazione AIL in modo generico e indiretto (chi per le stelle di Natale, chi per le uova di Pasqua).

Ci siamo ritrovati, però, a conoscere più da vicino l’operato di Ail quando la nostra amica Ilaria e la sua famiglia hanno ricevuto un continuo sostegno dall’associazione e dai suoi volontari. Purtroppo Ilaria non ha vinto la sua battaglia contro la leucemia, ma la sua forza, la sua positività e il coraggio che ha avuto nell’ affrontare tutto quello che le si presentava davanti ci ha fatti sentire in dovere di fare qualcosa che le dimostrasse che anche noi saremmo stati forti perché il suo coraggio e la sua tenacia meritavano di non passare inosservati.

Fino a quel momento le nostre più grandi preoccupazioni erano gli esami, l’università la nostra quotidianità. Di fronte ad una sensazione fortissima come quella di impotenza che avevamo vissuto durante la malattia di Ilaria, ci siamo sentiti in dovere di fare qualcosa affinché altre persone, in situazioni simili, potessero ricevere l’aiuto necessario. Per questo tutti insieme abbiamo deciso di contattare Ail per organizzare una raccolta fondi in suo ricordo; prima presso la nostra Università, poi nella sua città di origine, Tolentino, grazie alla sua migliore amica ed altre amiche di infanzia.

Grazie ad una semplice e-mail siamo riusciti a coordinarci con l’associazione, la quale è riuscita a fornirci in breve tempo tutto il necessario per iniziare immediatamente la raccolta. Non avendo mai avuto esperienze e responsabilità simili, inizialmente eravamo un po’ impauriti da come avremmo gestito la cosa e da come la nostra comunità universitaria avrebbe accolto l’iniziativa.

Sin dal primo giorno, invece, moltissimi studenti sono stati toccati dalla nostra storia ed hanno iniziato a chiedere spontaneamente informazioni sull’associazione, per poi dare ciascuno il proprio contributo; chi comprando un braccialetto, chi facendosi avanti e proponendosi di aiutarci soltanto per il piacere di farlo.

Ci siamo purtroppo resi conto che situazioni come quella che avevamo vissuto non sono infrequenti, neppure all’interno della nostra università, e ricevere dei complimenti per quello che stavamo facendo da ragazzi che avevano in precedenza ricevuto il supporto di Ail, per problemi simili a quelli della nostra amica, ci ha fatti sentire più vicini a lei e ci ha dato la certezza che quello che stavamo facendo non soltanto onorasse la sua memoria, ma che fosse qualcosa di concreto, qualcosa che avrebbe davvero potuto contribuire, seppure in minima parte, ad alleviare i problemi di tante persone.

Sono stati dei giorni intensi e pieni di soddisfazioni. Stare tutti insieme sotto quel gazebo è stata un’esperienza unica: tornavamo a casa tardi, senza forze, ma ci addormentavamo con il sorriso, sapendo che il giorno seguente saremmo stati di nuovo lì. E anche se facendo volontariato spesso si ricevono indifferenza e rifiuti, non è stato questo a scoraggiarci, perché dall’altro lato c’è stata un’orda di donatori che ci ha fatto capire che ne era valsa la pena.

Questo, insieme al ricordo indelebile che rimarrà di Ilaria nel cuore di tutti coloro che l’hanno amata, è stato un modo per sentirla viva, per sentirla accanto a noi.

Abbiamo ricevuto molti ringraziamenti da parte dell’associazione, ma il  ringraziamento più grande va ad Ail e a tutti coloro che ogni giorno fanno sì che tante famiglie possano continuare a sperare, perciò Grazie di cuore Ail!

 

Le amiche e gli amici di Ilaria

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