Nel luglio 2014, mentre mio figlio maggiore, di 19 anni, stava facendo gli esami di maturità, ci siamo accorti che aveva dei linfonodi molto ingrossati sul collo. Dopo qualche indagine gli è stato diagnosticato un Linfoma di Hodgkin, peraltro con un problema di refrattarietà.

Abbiamo iniziato subito le terapie a Catania ma, purtroppo, non hanno dato i risultati sperati. Volevamo fare un altro consulto e ci hanno consigliato di rivolgerci a un Istituto di Milano.

Io sono casalinga e ho altri tre figli, tutti più piccoli. Organizzare le prime visite a Milano è stato davvero complicato, sia per un problema di logistica sia di costi. Inizialmente facevamo avanti e indietro e le spese di viaggio erano davvero impegnative da sostenere. Ed era solo l’inizio.

Mio figlio ha fatto il primo trapianto da donatore a Milano e ora siamo in attesa di un secondo trapianto allogenico. Per indagare quale dei suoi fratelli avrebbe dovuto essere il donatore, abbiamo dovuto spostare tutta la famiglia.

I contributi economici di AIL, ci hanno consentito in questo ultimo periodo di essere sgravati da costi di viaggio estremamente impegnativi per noi. Sarebbe stato tutto più difficile, più complicato. Sarebbe stato tutto diverso.

Aver potuto viaggiare in aereo da Catania a Milano, ci ha permesso di salvaguardare la salute di nostro figlio, di avere una nuova speranza di guarigione e di sentirci sostenuti. Ne avevamo davvero bisogno.

Oggi tutta la mia famiglia è a Milano, e siamo ospitati gratuitamente in uno degli alloggi di AIL. Un altro tassello fondamentale che ci ha consentito di poter curare nostro figlio in un eccellente centro di ematologia.

Mio marito si è messo in aspettativa per poter seguire questa parte così delicata della malattia di nostro figlio. Il mio secondo figlio sarà il donatore e si sta sottoponendo a tutti gli esami.

La strada è lunga, ma non siamo soli.

Luigina

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