IMMUNOTERAPIA IN EMATOLOGIA: CART

 

COSA SONO LE CART

Le CART sono un’immunoterapia che utilizza il sistema immunitario del paziente stesso affinchè questo sia in grado di riconoscere le cellule tumorali e distruggerle.

COME FUNZIONANO

I linfociti T sono le cellule del nostro sistema immunitario deputati alla difesa del nostro organismo dalle malattie.

CART è un acronimo che corrisponde a Chimeric Antigenic T cell Receptor. I linfociti T del paziente stesso vengono prelevati dal sangue tramite una procedura di leucaferesi e inviati in un laboratorio specializzato In laboratorio, all’interno del linfocita viene introdotto il recettore CAR che è specifico per un antigene, il CD19, espresso sulla superficie delle cellule malate. La procedura di ingegnerizzazione dura circa 4 settimane e una volta terminata i linfociti possono essere reinfusi al paziente. Una volta reinfusi i linfociti riconoscono l’antigene specifico e attivano tutte le cellule del sistema immunitario contro la cellula malata per distruggerla.

 

QUANDO E’ INDICATA LA TERAPIA CON CART:

  • pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivato o refrattario a due o più linee di terapia;
  • pazienti pediatrici e giovani adulti fino ai 25 anni di età con leucemia linfoblastica acuta a cellule B refrattaria, in recidiva post-trapianto o in seconda o ulteriore recidiva;
  • pazienti con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL) recidivato o refrattario a due o più linee di terapia
  • pazienti con linfoma a grandi cellule B correlato a virus Epstein-Barr recidivato o refrattario a due o più linee di terapia.

 

LE FASI DELLA PROCEDURA

  • PRELIEVO: i linfociti T del paziente vengono prelevati dal sangue tramite una procedura che si chiama leucaferesi. Tale procedura consente di isolare i linfociti T e di restituire al paziente tutti gli altri componenti del sangue
  • INGEGNERIZZAZIONE GENETICA: i linfociti estratti dal sangue del paziente in numero adeguato vengono spediti in laboratori qualificati. Qui vengono modificati genericamente in modo tale da essere capaci di esprimere uno specifico recettore detto CAR in grado di riconoscere un antigene specifico espresso dalla cellula tumorale. Le cellule vengono poi congelate e rilasciate al Centro deputato alla reinfusione
  • CHEMIOTERAPIA LINFODEPLETIVA: prima della reinfusione il paziente viene sottoposto a una chemioterapia di preparazione per permettere ai linfociti T modificati di espandersi e attivarsi nell’organismo
  • REINFUSIONE: la reinfusione non è dolorosa avviene mentre il paziente è ricoverato. La reinfusione di CART avviene in centri specializzati e autorizzati a questa procedura.
  • MONITORAGGIO: il paziente rimane ricoverato per circa dieci giorni durante i quali viene monitorato per l’insorgenza di effetti avversi. Nelle 4 settimane successive inoltre il paziente dovrà rimanere nei pressi di una struttura qualificata per proseguire i controlli.

 

SICUREZZA ED EFFETTI COLLATERALI

La terapia con CART è una terapia altamente specializzata e personalizzata. Per questo motivo può essere somministrata in centri di onco ematologia pediatrica e per adulti altamente specializzati. Questi centri devono avere requisiti specifici tra cui l’accesso alla terapia intensiva e l’autorizzazione alla somministrazione di terapie cellulari.

Durante i primi giorni dopo l’infusione i pazienti vengono ricoverati e monitorati per l’insorgenza di effetti collaterali. Le due principali complicanze, entrambe reversibili nella quasi totalità dei casi sono:

  • La sindrome da rilascio citochinico: è una sindrome dovuta a una reazione infiammatoria massiccia che si verifica entro i primi sette giorni circa dall’infusione. Si manifesta con febbre e può essere associata ad alterazioni dell’ossigenazione e della pressione e viene gestita dagli ematologi in collaborazione con medici rianimatori esperti. Vengono trattate con farmaci specifici.
  • Complicanze neurologiche che posso manifestarsi come disturbi della scrittura, confusione o alterazione dello stato di coscienza e vengono gestite in collaborazione con neurologi. Possono richiedere la somministrazione di steroidi

Vi possono essere poi effetti più tardivi quali le citopenie, ovvero la riduzione dei valori dei globuli bianchi nel sangue e la riduzione della produzione di anticorpi (ipogammaglobulinemia). L’ipogammaglobulinemia può richiedere la somministrazione periodica di anticorpi (immunoglobuline) come profilassi per prevenire il rischio infettivo.

Dott.ssa Francesca Rezzonico

Specialista Ematologa UOC Ematologia

Ospedale di Legnano, ASST Ovest Milanese

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